Cari Lettori,
da qualche anno sono nati diversi siti web che si occupano di cultura ebraica e, in specie, israeliana, sotto molteplici punti di vista.
Qual è la ragione di tale interesse? Anzitutto la ricchezza di un mondo che, pur caratterizzato da una sua specificità, ha saputo, e sa, aprirsi a valori e panorami diversi, ma, nello stesso tempo, lascia la propria impronta su ogni cultura con la quale esso entra in relazione.
L'universalismo ebraico, fatto di amore per la vita e la libertà, e dunque per la discussione e la democrazia, contraddice il Pregiudizio, radicato in troppi, secondo il quale gli Ebrei non amerebbero "contaminarsi" con gli altri e vivrebbero in uno sprezzante isolamento, fregiandosi del titolo di Popolo Eletto (elezione peraltro costata loro parecchio nella storia!).
Niente di più errato e fuorviante.
Negli anni del Ginnasio-Liceo ho avuto una compagna di classe ebrea. Si chiamava Miriam Camerini ed era figlia di un ingegnere delle Ferrovie, cacciato a suo tempo dal posto di lavoro in ossequio alle infami leggi razziali (cioè razziste) del 1938. Miriam era brava, non la prima della classe: questo aveva valore? Ma per carità….Il primato spettava ad una ragazza alta, dal doppio cognome; padre e madre (udite udite) docenti universitari: un'alterigia culturale -e non solo- da tagliarsi col coltello. Miriam era di un'altra pasta: non aveva certo l'aria da guardatemi-son-qua, amava approfondire gli argomenti, capire le ragioni ultime di ciò che studiavamo; il suo tratto era semplice, privo di fronzoli. Polemizzava, garbatamente e senza scandalizzarsi mai, con l'insegnante di religione, sacerdote classico di stampo pre-conciliare, un brav'uomo intriso fino al midollo di quella dottrina della "Sostituzione" che perfino le personalità più illuminate della Chiesa Cattolica stentano ancora oggi a superare. Ella riusciva a metterlo in difficoltà pressoché sempre, ma non se ne vantava affatto; anzi pareva quasi le dispiacesse. Piuttosto era lui che lasciava trasparire spesso e volentieri una sorta di nervosismo di fronte a quell'allieva che conosceva molto bene Bibbia ebraica e Vangeli.
Con la mia compagna stringemmo amicizia perché un giorno, al termine delle lezioni, fece una colletta in classe per raccogliere fondi a favore di una Fondazione, costituita da Simon Wiesenthal, il "cacciatore di nazisti"; tale istituzione si prefiggeva lo scopo di stanare ed assicurare alla giustizia, in primo luogo degli uomini, quei malfattori.
Le parole di Myriam mi colpirono molto; anche perché la classe in cui mi trovavo era composta, per la maggior parte, da persone superficiali che, quanto ad interessi extrascolastici, non andavano oltre le partite di calcio e le gesta di questo o quell'attore del cinema (molto gettonato era Thomas Milian, a quanto ricordo) .
Una compagna davvero diversa dalle altre. Era passato poco tempo dal processo Eichmann, evento che aveva riscosso una certa risonanza nel mondo.
Mentre le ragazze della nostra età passavano le vacanze sulla riviera adriatica o in montagna con le rispettive famiglie, lei trascorreva i mesi estivi come volontaria in kibbutz. Ne parlava con semplicità ed entusiasmo, senza iattanza alcuna; e, quando le chiesi in quale lingua parlassero al kibbutz, mi rispose tranquilla: "L'ebraico".
Alla fine della terza liceo, in preparazione dell'esame di maturità, durante un luglio rovente che si ricorda tutta la vita, ripassammo insieme l'intero programma di storia e filosofia. Forse non tanto per lei, ma per me l'esperienza fu salutare, perché mi aiutò a collegare fatti, opinioni e autori come non mi era mai accaduto. Nei momenti di pausa, davanti ad una bevanda fresca, le chiedevo dei kibbutzim e di Israele, da lei definito "Il piccolo Paese nato bene". I suoi toni erano entusiasti.
Beh, credo che il mio amore per Israele sia nato da lì, da come ne sentii parlare da una diciottenne, che riteneva valesse la pena sacrificare il meritato riposo, dopo un intero anno scolastico, in favore del soggiorno in una fattoria collettiva, dove si dovevano mungere le vacche all'alba, raccogliere la frutta dagli alberi o sgobbare in cucina. E mettiamoci pure il rischio di un attacco esterno ad opera di feddayn, allora più che mai forti, poiché i confini del Paese altro non erano che le rischiose linee armistiziali del 1949.
L'amore per Eretz Israel si rafforzò appena un anno dopo, quando la celebre Guerra dei Sei Giorni del Giugno 1967 vide, da una parte, la sorprendente vittoria del minuscolo Stato ebraico contro i potenti eserciti dei Paesi arabi, che si erano mossi "a trucidarlo intesi" e, dall'altra, la levata di scudi contro l'insperato trionfatore di tutta l'intellighentia nostrana di sinistra -tradizionale e non- con il rinforzo ostinato, immarcescibile del mondo cattolico -conservatore e progressista in misura uguale-, da sempre contrario a che gli Ebrei avessero un loro Stato. E questo aspetto, per me cattolica, era allora, ed è sempre stato nel tempo a seguire, causa di profonda amarezza. Senza poi ovviamente contare l'ancor nutrita truppa della destra (filo) fascista -destra autoritaria, non liberale alla Montanelli, quest'ultimo da sempre vicino a Israele; insieme con radicali e repubblicani-, la quale non poteva certo essere a favore degli Ebrei, attesi certi eventi non lontani nel tempo -la svolta di Fini era di là da venire-!
Tutti costoro ritenevano oltraggioso che gli Ebrei, anziché farsi condurre come pecore al macello secondo un certo gioco delle parti non si sa voluto da chi (talora però veniva rimproverata loro anche una supposta inerzia!), avessero osato reagire, addirittura giocando d'anticipo. Scandalo!
Da parte mia ero stupefatta. Ma come: il Paese dell'Uguaglianza sostanziale, dei Primi Ministri senza cravatta, dei kibbutzim ecc., messo alla gogna perché si era levato a difendere la propria esistenza? Israele condannato senz'appello, per di più da quelle forze politiche che avrebbero dovuto essere in perfetta sintonia ideologica con lui? Litigai più volte furiosamente con alcuni amici che ripetevano a pappagallo gli slogan triti del PCI in materia.
Un altro tassello importante nel mio rapporto con Israele.
Per diversi anni -e non certo a seguito di una libera scelta!- mi ritrovai poi a prestare servizio presso un ente pubblico previdenziale, successivamente venuto meno con la Riforma sanitaria del 1980 ( in quell'anno, venne meno anche la…mia presenza nella nostra burocrazia).
In quel deserto umano e culturale una delle poche oasi fu un collega, quasi coetaneo, Mauro Merighi. Repubblicano doc, figlio di un sindacalista della CISL che aveva combattuto nella Resistenza, Mauro non aveva compiuto studi regolari, il che non mancava di influire in modo negativo sulle sue progressioni di carriera; tuttavia era ricco di una cultura personale, da autodidatta. Terreno preferito: la storia contemporanea. In occasione di uno dei tanti dirottamenti aerei operati dai “combattenti” palestinesi durante quel periodo (inizio anni ‘70), il mio collega mi rese edotta sulle vicende del sionismo e della guerra dei patrioti ebrei contro la potenza mandataria britannica. Teneva a precisare che, se era vero che alcuni gruppi dell’Yishuv avevano scelto la strada della violenza e compiuto attentati contro gl’inglesi ed uccisioni di civili arabi innocenti, era altrettanto vero che, costituito lo Stato, tutte le organizzazioni partigiane, volenti o nolenti, avevano deposto le armi.
“I palestinesi” aggiunse amaro “non li vedo proprio deporre le armi”. E mi raccontò del rifiuto arabo, sempre e comunque, e dei kibbutzim, lui goy come me, con lo stesso entusiasmo della mia compagna di liceo ebrea.
Passarono i … Decenni; il mio sostegno a Israele si è rafforzato in occasione delle tante drammatiche vicende che esso ha vissuto. Col tempo ho pure acquisito un discreto bagaglio di conoscenze storiche su quello che definirei il conflitto più chiacchierato, ma meno conosciuto, del mondo, perché soggetto ad una precisa e calcolata disinformazione: quello arabo / israeliano / palestinese.
Dopo alcuni anni di attività presso le Associazioni di Amicizia Italia / Israele mi sono avvicinata, tra i vari campi in cui Israele eccelle, alla sua meravigliosa letteratura: in primo luogo ad autori universalmente noti, come Grossman, Yehoshua, Oz, Appelfeld, senza dimenticare i giovani autori che si affacciano alla ribalta o le Scrittrici, ricche di profondità e suggestione.
Un universo composito, conosciuto da qualche tempo in Italia, pur non avendo (ancora) raggiunto da noi quella diffusione di cui gode in altri Paesi europei, come la Germania, dove, ad esempio, Zeruya Shalev è popolarissima o le opere dell'irresistibile Efraim Kishon fanno bella mostra nelle librerie di casa.
Ho deciso, dopo averlo a lungo ponderato, di dar vita ad un sito web tutto mio, in totale libertà da gruppi, istituzioni o associazioni, vicine a Israele e/o al mondo ebraico. Talvolta, infatti, coloro che operano in tali ambiti sono soggetti, in base ad un intramontabile principio d'inerzia (e magari senza rendersene conto), alla facile tentazione di dar spazio, in definitiva, soltanto a voci, per così dire, collaudate e calate dall'alto, trascurando contributi nati in contesti diversi e cresciuti grazie al loro forte entusiasmo. E sì che una caratteristica preziosa di Israele e del mondo ebraico in genere è, al contrario, quella di non fissarsi su una convenzionale uniformità di linguaggio e pensiero e di non temere il dialogo tra modalità espressive differenti. Ciò non toglie tuttavia che io mantenga cordiali rapporti a livello personale e collegamenti con coloro i quali, pur impegnati nelle realtà sopraddette, tuttavia si distinguono dagli altri per sensibilità, intelligenza, nonché larghezza di vedute. Ed è in primo luogo pensando a questi amici che ho deciso di mettermi in gioco, senza imboccare la comoda strada di chi si trova le porte sempre aperte, anche a prescindere dal merito. Una verifica delle proprie capacità è una piccola, grande sfida che vale la pena di affrontare.
L' "Angolo" tratterà di letteratura e cultura israeliana, ma anche ebraica in generale: i rapporti dialettici tra Diaspora e Israele sono sempre assai stimolanti per entrambi. Inoltre mi occuperò di tematiche inerenti il Medio Oriente e i diritti civili. Non è possibile ignorare, per esempio, un Paese come la Turchia, con i suoi scrittori da Nobel, o l'Iran, culla millenaria di civiltà, amato da una popolazione giovane e ansiosa di vita, che non si merita una feroce dittatura, che ha imposto la Miseria, nutre sogni apocalittici e vorrebbe scardinare la legalità internazionale instauratasi dopo la sconfitta del nazismo nel 1945. La negazione della Shoah e l'odio nei confronti di Israele non sono che la punta dell 'iceberg della politica di Teheran.
Rispetto ad altre iniziative "sul tema", tutte ugualmente valide, la mia ha una precipua caratteristica: sarà opera di una sola mano. Il sito (con aggiornamento periodico per gl'interessati) è suddiviso, come vedrete, in alcune sezioni, a seconda dell'ambito di competenza: "Letteratura", "Cinema", "Eventi" (Convegni, Mostre d'arte; Incontri Diversi), "Brevi" (notizie per lo più sintetiche, riportate senza il mio commento scritto -a parte alcune parole o espressioni sottolineate- su iniziative culturali varie). Tra i link troverete sia alcuni indirizzi utili per la conoscenza dei diversi aspetti della realtà israeliana, così stupefacente nella sua varietà, specie se si tien conto che il Paese è molto piccolo, poco più grande dell'Emilia Romagna; sia riferimenti a siti web impegnati a denunciare la consolidata disinformazione sui problemi mediorientali, in primo luogo su Israele, da parte dei nostri mass media.
Non riuscirò a recensire che una minima parte delle opere, in uscita nel nostro Paese con un ritmo pressocché quotidiano: debbo infatti fare i conti con un'impegnativa professione che mi lascia un limitatissimo tempo libero. Chiedo in anticipo venia a chi avrà la bontà di leggermi.
Una piccola precisazione. Preferisco essere vista come "appassionata" di letteratura e cultura (ebraica e/o israeliana), poiché l'abusata qualifica di "esperto / a" , è, per un verso, troppo generica e svela la realtà di chi non si prende certo la briga di approfondire più di tanto le tematiche di cui tratta e scrive. Il vero esperto è, d'altra parte, chi può vantare anni di severo studio, di preferenza universitario. Erri De Luca (sorta di…Guglielmo Marconi della situazione) è una stupenda eccezione a questa regola, che presuppone pure una conoscenza perfetta della lingua ebraica, com'è il caso peraltro dell'Autore napoletano, fantastico autodidatta. Io non ho simili credenziali, purtroppo; dunque "appassionata" è il termine che si attaglia alla sottoscritta, senza falsa modestia.
Per tornare in argomento, a volte potrà accadere che eventi attuali mi forniscano l'occasione per commentare opere uscite, al limite, tempo addietro, ma significative per interpretare e vedere in una luce più piena quegli eventi.
Il sito è indirizzato sia a chi è già amico di Israele e del mondo ebraico, sia a coloro che, pur avendone una scarsa dimestichezza, tuttavia desiderano avvicinarvisi lasciando da parte i soliti radicati (e atavici) pregiudizi.
Attraverso i miei contributi vorrei infine rivolgere un invito ai sinceri amici di Israele, impegnati in attività di sostegno allo Stato -che tanto amiamo- da più lungo tempo, affinché guardino un po' oltre le consolidate (magari eccellenti, certo!) realtà istituzionali e riservino almeno parte della loro attenzione a chi, con l'aiuto esclusivo delle proprie modeste forze, dona molta parte del tempo a far conoscere un universo ricco di cultura, umanità, democrazia.
Senza alcuna intenzione di sterile polemica, ritengo che il "Polso della situazione" sul territorio possa essere dato, in primo luogo, proprio dalle semplici iniziative personali, che, se non apprezzate, rischiano davvero di finire in un cono d'ombra e venir meno via via .
In un'epoca caratterizzata da un feroce e ricco islamismo e da un antisemitismo becero -travestito con il vaporoso abito del multiculturalismo- aventi entrambi, perché indissolubilmente legati, come primo bersaglio lo Stato di Israele, con la sua vitalità e democrazia, ogni, sia pur minimo, spreco di energie preziose è un lusso che non è intelligente permettersi.
Troverete pure, a sorpresa, commenti su tematiche lontane, magari solo in apparenza, da quelle abitualmente trattate: per vivacizzare il percorso e stimolare la riflessione. Nonché accenni e riferimenti a fatti e /o persone per me amiche, senza per questo indulgere ad una dimensione intimista, estranea alla mia sensibilità.
Ci sarà infine un settore dedicato ai Viaggi in Israele: "Viaggi" e "Diari di viaggio".
Una cara amica, "veterana" del Settore ", Lucia Scarabello -a lungo Presidente Nazionale della Federazione delle Associazioni Italia/Israele-, organizza ogni anno uno o due Viaggi nel " Piccolo Paese nato bene " di " Conoscenza, di cultura, di divertimento e di scambio ", come lei tiene a sottolineare.
Ed è con un "Diario" sul viaggio, per me davvero formativo, compiuto dal 22 febbraio al 3 marzo scorsi insieme con Lucia e una ventina di amici, che inizio il percorso con Voi, augurandomi che vi troviate bene in mia compagnia.
Un cordiale Shalom e Buona lettura.
Aprile 2009 Mara
Ecco uno splendido filmato; da vedere e, soprattutto, da ascoltare
http://youtu.be/RHy29bn4zeE