13 marzo 2016: Auditorium Fondazione MAST; Via Speranza n. 42 Bologna
“Il desiderio è poter sentire e trasmettere ancora quella magia che si creava sul palco. Cambieranno i direttori, gl’interpreti, ma non cambierà il modo di lavorare per la musica e la bellezza. Il dopo Abbado riparte da noi musicisti, eredi del suo suono, della sua leggerezza, del suo entusiasmo” (Mattia Petrilli, flautista)
“….Per me ci sono varie ragioni. Per prima cosa c’è il risultato di un modo di fare musica che è giovane, fresco, felice, meraviglioso” (Raphael Christ, violinista)
“…stavamo suonando le ultime battute della Jupiter di Mozart, quando, improvvisamente, andò via la luce in tutto il Teatro Manzoni…e noi continuammo a suonare fino alla fine, a memoria…Il pubblico saltò sulle sedie ad applaudire. E’ stata un’esperienza che non ti puoi più dimenticare… Deve continuare perché è unica e speciale, perché l’atmosfera, il modo di fare musica, lo spirito, l’anima dell’orchestra sono davvero unici…. E’ speciale perché ogni musicista sente un grande amore, una grande passione nel FARE MUSICA INSIEME” (Lucas Macìas Navarro, oboista)
”
“Claudio sarebbe contentissimo, ci diceva sempre: ‘dovete andare avanti’ ” (Danusha Waskiewicz, violista)
“Il nucleo dei ragazzi storici dovrebbe fare il grande passo……Glielo dobbiamo, almeno per far riascoltare il suono che ha lasciato in noi. Abbiamo il dovere morale di riprovarci” (Nicola Bignami, violinista)
……e Tanti Altri ancora
Beniamino sta ritornando.
Così, in uno scritto risalente giusto ad un anno fa, avevo soprannominato tra me e me l’Orchestra Mozart, la compagine musicale, fondata nel 2004 -nell’ambito di un progetto della Regia Accademia Filarmonica di Bologna- da Carlo Maria Badini, il quale, com’è noto, aveva subito chiamato a dirigerla Claudio Abbado. Questi l’aveva plasmata secondo la sua lungimirante visione culturale: un ensemble che riuniva giovani di talento usciti dai Conservatori e solisti di vaglia, conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Tutti a fare “Musica insieme”, impegnandosi al massimo, ascoltandosi l’un l’altro, per condividere Gioia e Bellezza. L’ultima “pianta”, tra le tante coltivate dal Maestro / Sublime Giardiniere, la più giovane, che però riassumeva in sé tutte le altre poiché vi era concentrata, in modo più chiaro e preciso, la sua concezione, anche filosofica, della Musica. Il figlio minore, il Beniamino, colui sul quale, al di là delle indubbie qualità intrinseche, tutta l’esperienza, tutti i sogni e le speranze del padre sono riassunti, forse (forse) più che sugli altri, magari più esperti ed illustri. Il Sorgenkind: formato, certo, ma ancora affamato di affetto e cure paterne.
Il 10 gennaio 2014, dieci giorni prima che Claudio Abbado ci lasciasse, l’Orchestra aveva sospeso le sue attività. Scelta che aveva suscitato in me tanto dolore e amarezza; e pure rabbia, come avevo espresso in quello scritto di cui sopra.
La sospensione era dovuta, oltre al trauma costituito dal peggioramento irreversibile delle condizioni di salute del Maestro, a difficoltà finanziarie, complici peraltro la scarsa solidarietà dimostrata dalle istituzioni -sia economiche che politiche- cittadine; e ciò pure a livello nazionale, al di là delle vuote promesse ministeriali, in occasione delle esequie di lui.
Tutto ciò in direzione contraria al sentimento del comune pubblico, sempre molto presente ai concerti, il quale aveva ben compreso il valore di tale esperienza; apprezzata ed amata a livello internazionale -tra l’altro, l’Orchestra vantava, grazie al suo Direttore, una residenza al prestigioso Musikverein di Vienna, come si sa-.
Poi, il Silenzio, che pareva accentuarsi col trascorrere del tempo.
La Mozart era l’unica, in assoluto, ad aver subito un simile, triste destino, tra le numerose orchestre fondate da Abbado: o direttamente o nate, uso un termine botanico che gli sarebbe piaciuto, per talea.
Ma non era così; meno male. O almeno lo è stato solo qualche tempo.
Il nucleo dei musicisti che ne avevano fatto parte fin dall’inizio non si è rassegnato. E, durante tutto il 2015, i ragazzi non hanno smesso di scriversi, incontrarsi e progettare, agevolati dal fatto che diversi tra loro suonano insieme pure in varie compagini e quindi possono comunicare pure in modo diretto.
Come, un esempio tra tutti, la celebre Orchestra di Lucerna, fondata da Claudio Abbado nel 2003 -nell’ambito del Festival musicale istituito da Arturo Toscanini nel 1938- e divenuta un polo di richiamo per tutto il mondo. E quindi il prezioso legame non si era mai spezzato. Pian piano il sogno ha cominciato a (ri)prendere forma concreta.
Ma le difficoltà e i problemi -di varia natura- non sono mancati; a quanto so. Tralascio, per correntezza, alcuni “passaggi” intermedi. E pure per correttezza: sono abituata infatti a riferire solo ciò di cui ho plausibile conoscenza. Le varie congetture ed ipotesi, su questo o quell’aspetto di complesse vicende, le tengo per me.
A febbraio 2016 è nata ORCHESTRA MOZART RISUONA, progetto internazionale promosso dalla Regia Accademica Filarmonica di Bologna in concomitanza con il 350° anniversario della propria fondazione.
Detto progetto -che si avvale della consulenza di Ginger, società specializzata in campagne di crowdfunding- è patrocinato dal Comune di Bologna, in collaborazione con la locale Cineteca e vede, tra i media partners, la Rivista di settore Amadeus e Repubblica.it. ; Music partner: Spotify.
I Musicisti -quelli “storici” di cui sopra: diffidare delle imitazioni e dunque di figure che con la “filosofia” della Mozart originaria nulla hanno a che vedere- sono quindi il vero motore dell’iniziativa. Essi hanno deciso di essere compensati, con rimborso spese, tutti allo stesso modo, senza distinzione alcuna (tra “prime parti” e musicisti di fila), disposti a porre in essere gli eventi, costruiti man mano nel corso di quest’anno, tappa dopo tappa, in rapporto alle proposte e alle donazioni esterne. Ognuno, giova ripeterlo, è parte del tutto e conta per il contributo d’impegno che può dare. Niente è scontato e definito.
La campagna di raccolta fondi durerà un anno e si concluderà nel 2017 con, si spera, la realizzazione dell’obiettivo finale -o iniziale, se preferite-: il primo grande Concerto della nuova Orchestra Mozart a ranghi completi, magari sotto la guida, per la circostanza, di un illustre personaggio [1]. Già circola un nome: Bernard Haitink. E, va sottolineato, hanno subito dato il loro appoggio a questa rinascita alcuni “miti” del pianoforte, legati a Claudio Abbado da forti vincoli di amicizia e collaborazione artistica: Maurizio Pollini, Martha Argerich, Maria João Pires.
Il prestigioso direttore olandese, Haitink appunto, un energico giovanotto di 87 anni, ci riporta idealmente al 2 dicembre 2013. Quella sera Claudio avrebbe dovuto dirigere la Mozart in un concerto dedicato a Schumann e Beethoven, cui teneva moltissimo, con la partecipazione di Maurizio Pollini. Pur assai sofferente, il Maestro aveva implorato i suoi medici di dargli un farmaco che gli consentisse di alzarsi e salire sul podio. Un’ultima volta. Ma quel farmaco non esisteva. Ed egli, pur con tremendo dolore, aveva dovuto arrendersi.
Chiamato con urgenza, l’amico Bernard era accorso; rinunciando, tra l’altro, al cachet che gli sarebbe spettato.
Domenica 13 marzo a Bologna, ore 20:00: apertura delle celebrazioni dei 350 anni dalla costituzione della Regia Accademia Filarmonica (la più antica istituzione musicale laica della città) con evento-chiave la prima tappa del tour internazionale dei Solisti dell’Orchestra Mozart.
Non è l’Orchestra al completo, quindi, ma un gruppo limitato, cameristico ampliato si potrebbe definire, poco più di una decina di persone, con due giovani solisti / direttori, presenti fin dall’esordio assoluto del 2004, molto stimati e valorizzati da Claudio Abbado: Luca Macìas Navarro, uno dei migliori oboisti del mondo, e Raphael Christ, raffinato violinista. Entrambi sono da tempo componenti di spicco dell’Orchestra di Lucerna; e, in tale veste, li ho applauditi a Ferrara lo scorso 6 novembre, in occasione dell’evento d’apertura di “Ferrara Musica”.
Il concerto di questa sera inaugura il tour internazionale Italia / Spagna. Seconda tappa, 14 marzo, all’Alicante Sociedad de Concertos; terza tappa, 16 marzo, alla Bilbao Sociedad Filarmonica; quarto appuntamento, 17 marzo, a Pamplona, presso il Teatro Gayarre.
Un’osservazione: l’Orchestra Mozart ha coltivato, fin dalla fondazione, un’impronta cameristica. In coerenza col pensiero musicale del suo Direttore, la programmazione artistica ha sempre curato accanto ai concerti sinfonici, il repertorio per organici da camera, con formazioni variabili, dal trio all’ottetto, alle quali partecipano, di volta in volta, diversi componenti dell’Orchestra stessa.
La sede: l’Auditorium della Fondazione MAST (acronimo per: Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia), grande centro polifunzionale, spazio per esposizioni ed eventi diversi, realizzato a Bologna nel 2013 dall’omonima fondazione presieduta dall’imprenditrice e benemerita filantropa Isabella Seragnoli; divenuto in breve un rilevante polo culturale. Luogo di rara suggestione.
E pure Fondazione Mast è partner della presente iniziativa.
Folto e qualificato pubblico, che, si spera, continui nel sostegno: molto bene gli eventi di rilievo, ma c’è una quotidianità silenziosa da scalare ed è in tale contesto che si gioca tutto.
Da diversi giorni i biglietti sono esauriti.
Cornice moderna, con ampie vetrate: uno spazio aperto e luminoso.
Dopo il saluto del Presidente dell’Accademia Filarmonica, Loris Azzaroni, l’evento inizia con la prolusione del giornalista, scrittore e storico Paolo Mieli (“L’Accademia nella storia della cultura europea”).
Col consueto stile garbato egli traccia una sintetica, ma esaustiva, storia delle Accademie, luoghi di discussione e di libero confronto fra idee diverse, a partire da molto lontano: dall’Accademia fondata in Atene ad opera di Platone nel 387 a. C., immortalata da Raffaello nelle Stanze Vaticane, fino al Rinascimento ed epoche ancora più vicine a noi, allorché sono nate istituzioni come la locale Regia Accademia, che ha visto passare nei propri prestigiosi locali di Via Guerrazzi i più illustri musicisti di tutti i tempi.
In conclusione, poi, Mieli pone l’accento su quanto gli sia cara l’Orchestra Mozart, centro di eccellenza che deve continuare a vivere e ad esprimere la propria magia; alla luce del motto, mi permetto di aggiungere, che caratterizza la Filarmonica: “Unitate melos”, che altro non significa, nella sostanza, che “Far musica insieme”. Un filo magico lega l’Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado e la nuova realtà che va percorrendo i primi passi. Spero anzi che esse siano -o diventino pian piano- un tutt’uno.
Una breve pausa e….preceduti dall’annuncio:
I Solisti dell’Orchestra Mozart!
Emozione, inutile negarlo. Sono in tredici. Anzi, dodici, mi pare.
Quasi tutti volti familiari, cari amici -figli, ad essere sincera, data l’età di ciascuno- che è una meraviglia ritrovare: con Raphael, i violini Manuel (Kastl), Federica (Vignoni) -evviva!-, Nicola (Bignami) -incontrato pure in novembre alle “Giornate di Tamino”, organizzate presso il nostro Ospedale pediatrico Gozzadini dall’Associazione Mozart 14, presieduta da Alessandra Abbado [2]- insieme a Giordano Poloni e Anselmo Simini; le viole Luigi (Mazzucato) e Daniel Lorenzo; il violoncello Luca (Bacelli) col collega Juan Perez de Albeniz; il contrabbasso Jorge Muñoz, nonché il clavicembalo solista e basso continuo Silvia Marquez.
E…lui, dov’è? No, non Claudio! Claudio è ovunque ci siano Armonia, Bellezza e Musica, dovunque stiano e suonino coloro che lo amano e che egli ama. Quindi è qui, per davvero, non in modo simbolico -come a Ferrara, del resto, quella sera d’autunno con Martha, Andris Nelsons e la LFO-. E sta sorridendo perché quel burlone di Lucas, forse per creare un po’ di suspence, non si è presentato subito con gli altri. Lo so, lo so: Lucas è sì solista, ma qui pure direttore; quindi è normale che arrivi dopo. Però mi piace pensare che stasera sia in vena di scherzi. Per allentare la tensione.
Ah eccolo, finalmente!
A proposito: sapete da dove nasce la parola “oboe”, visto che è, senza togliere nulla agli altri strumenti, il protagonista di questo concerto inaugurale?
In breve: hautbois, oggi lo leggiamo “hotbuà”, ma un tempo si leggeva, all’incirca, “oboè”.
Alla lettera: “alto legno” , sottintendendo “strumento” (ma non era certo l’unico strumento musicale in legno e dal registro acuto). Presto il significato originario si perse, l’accento passò dall’ultima alla terzultima sillaba; e nacque così l’òboe, verso la metà del 1600 alla corte del Re Sole (Luigi XIV), ove si prediligevano un’orchestra molto sensibile ai fiati e soluzioni più cameristiche che concertistiche.
Suggestive le due varianti, da caccia e d’amore: il primo è il predecessore del corno inglese, ha forma ricurva, fu suonato tra ‘600 e ‘700; il secondo ha un padiglione piriforme con apertura più piccola e suono più dolce: stasera lo ascolteremo.
Voilà il PROGRAMMA, da lasciare come guida per i presenti e memoria per i posteri.
E’ una battuta…. ma fino ad un certo punto, sia chiaro!
Alessandro Marcello
Concerto per oboe e archi in Re minore
Oboe solista – Lucas Macías Navarro
Johann Sebastian Bach
Concerto per violino in La minore BWV 1041
Violino solista – Raphael Christ
Domenico Cimarosa
Concerto per oboe e archi in Do minore
Oboe solista – Lucas Macías Navarro
Johann Sebastian Bach
Concerto per oboe d’amore e archi in La maggiore BWV 1055
Oboe solista – Lucas Macías Navarro
Johann Sebastian Bach
Concerto per clavicembalo in Re minore BWV 1052 C
Clavicembalo solista – Silvia Márquez
Johann Sebastian Bach
Concerto per oboe e violino in Do minore BWV 1060
Oboe solista – Lucas Macías Navarro
Violino solista – Raphael Christ
Musica d’impronta “barocca” con ampio spazio dedicato a Bach. Da parte del gruppo è ripresa, come ha dichiarato Lucas in un’intervista a Repubblica (perspicuo titolo: “C’è lo spirito di Abbado – E’ vera Orchestra Mozart”), molta musica fatta con Claudio Abbado. Sono “pagine intime, profonde, ideali per una rinascita”, scelte da tutti loro.
Ecco un’immagine durante le prove di sabato nei locali dell’Accademia (sala Rossini).
Ti incantano, fin dalla prima nota, per l’entusiasmo e l’accordo perfetto che li unisce, il sorriso sulle labbra, lo sguardo acceso.
Lirismo, tenerezza, autentica felicità di essere di nuovo insieme, in “questa” Orchestra che si sta ricomponendo.
L’òboe di Lucas è irresistibile. Ora intimo, ora giocoso….un conversare lieto, tutti partecipano…siamo su un prato. Il clavicembalo non ha la drammaticità del pianoforte, d’accordo, ma la sua voce, per merito di Silvia, disegna una trama nel cielo, si diverte a giocare in libertà e attrae tutti a sé.
Visioni di sogni mossi da brezza lieve e fughe in soffitta a frugare tra oggetti riposti, ma mai dimenticati, e leggende antiche.
Nell’ultimo brano -Concerto per oboe e violino in Do minore BWV 1060- Raphael e Lucas, i due principali artefici della “rinascita” (ma non ha senso proporre…gerarchie), si affiancano simbolicamente.
Il trionfo è di tutti, senza differenze. Applausi a scena aperta.
Claudio carissimo, grazie, grazie di nuovo! Questo è l’ennesimo, prezioso Regalo.
Non si vorrebbe mai andar via.
All’uscita cerco di trovare la strada per esprimere affetto e gratitudine al gruppo; un’addetta -cortese, ma irremovibile- non mi fa passare: “…i musicisti si stanno…. cambiando”. I saluti agli artisti sono spesso impresa difficile.
Mentre siamo diretti agli ascensori, una porta si apre ed appare Nicola.
Ci abbracciamo: felici e un po’ commossi.
Amato Beniamino, la strada è lunga e difficile, vi sono diverse criticità da superare; ma non sei solo!
[1] Sarà possibile donare e sostenere questa nuova fase dell’Orchestra tramite il sito www.orchestramozart.com dov’è il donatore stesso a scegliere il percorso che lo porta all’interno del progetto. E anche a scoprire i…segreti dell’Accademia Filarmonica.
[2] Sognare non è proibito. Spero con tutto il cuore non solo che l’Orchestra Mozart continui a risuonare e a vele, pardon, strumenti spiegati; ma pure che il suo, per così dire, “volto sociale”, imprescindibile secondo il Maestro ed ora nelle ottime mani di sua figlia, non ne sia, per il futuro, separato.