Si avvicina a grandi passi l’appuntamento con la Giornata Europea della Cultura Ebraica, giunta quest’anno alla dodicesima edizione e declinata sul tema Ebraismo 2.0 dal Talmud al web. Un suggestivo confronto tra tradizione e modernità che domenica 4 settembre porterà come ogni anno decine di migliaia di italiani nei luoghi ebraici dello Stivale per una giornata di porte aperte e condivisione. Fulcro dell’edizione 2011 sarà l’ebraismo senese, sezione affiliata alla Comunità ebraica di Firenze che eredita il testimone di città capofila per l’Italia dalla "cugina" Livorno. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito ufficiale della
Giornata:
Alla scoperta degli itinerari culturali ebraici
La Giornata europea della cultura ebraica è diventata un appuntamento annuale della prima domenica di settembre, atteso ormai da migliaia di persone, che coinvolge e accomuna i gruppi più diversi ed eterogenei desiderosi di conoscere una cultura, quella ebraica, che è ancora – nonostante tutto – poco nota. L’idea alla base di questo evento è stata fin dall’origine quella di favorire la conoscenza dell’ebraismo, parlando della sua storia, mettendo in luce i suoi principi fondanti, le pratiche e i riti, il significato e il valore della sua identità culturale, l’importanza della lingua ebraica e, non ultima, la vitalità del gruppo ebraico in tutto il mondo. Per farlo, gli organizzatori hanno aperto le porte di sinagoghe e siti ebraici, musei e biblioteche, accompagnando questa operazione “porte aperte” con conferenze, incontri ed eventi nelle piazze e nei teatri che propongono musica, temi e soggetti culturali che non è facile ascoltare nel corso dell’anno. Un cammino di diffusione della conoscenza del mondo ebraico iniziato ormai dodici anni fa, che non mostra segni di stanchezza visto che, nel corso degli anni, il numero dei Paesi partecipanti è cresciuto in Europa di anno in anno fino ad arrivare agli attuali 27 Paesi con un numero dei visitatori che raggiunge le 200 mila persone nello stesso giorno. Ed è proprio la dimensione europea che rappresenta per l’AEPJ (Association européenne pour la préservation et la valorisation de la culture et du patrimoine juifs), che organizza l’evento, il valore della manifestazione. Negli ultimi anni hanno infatti iniziato a prender parte alla Giornata europea della cultura ebraica anche Paesi dell’est europeo nei quali si sono riformati gruppi ebraici che hanno dovuto reinventare la loro vita di gruppo, ricostruire la loro identità e il loro passato dopo anni in cui avevano dovuto cancellare la propria identità. Si tratta di una nuova sfida dell’ebraismo europeo che l’AEPJ intende valorizzare ulteriormente, portando avanti nei prossimi mesi un secondo progetto che, dopo il riconoscimento ufficiale del Consiglio d’Europa, sta diventando realtà. Si tratta della creazione dell’Itinerario ebraico europeo che riunirà, nel corso di tutto l’anno, le principali località nelle quali esiste o è esistita una vita ebraica che ha lasciato monumenti e ricordi culturali, materiali o immateriali, parte ormai integrante del patrimonio europeo. In quest’itinerario l’Italia potrà avere senza dubbio un ruolo importante, vista la ricchezza del patrimonio artistico ebraico presente nel nostro Paese e l’attuale vitalità del suo ebraismo. I due progetti, quello della Giornata europea della cultura ebraica e quello dell’Itinerario ebraico europeo, andranno di pari passo, continuando a coesistere, pur in momenti e con modalità diverse. La Giornata rimarrà l’evento annuale della prima domenica di settembre, mentre l’Itinerario si svilupperà in modo continuato, entrambi con lo scopo di diffondere la conoscenza del mondo ebraico. L’AEPJ ritiene infatti che solo l’informazione e il rapporto diretto possono contribuire ad abbattere pregiudizi e stereotipi e solo con il confronto possono cadere le barriere di diffidenza e di incomprensione che impediscono la creazione di una società “inclusiva”, che non teme l’altro perché diverso.
Annie Sacerdoti, consigliere UCEI con delega alla Giornata e consigliere AEPJ
Il grande mare
Il rapporto tra ebraismo e nuove tecnologie deve essere inteso come una opportunità innovativa, una proposta e, perché no?, anche come una sfida. E’ con questo spirito che in aprile – con un pizzico di orgoglio e timore, ma anche molto entusiasmo – sono state presentate le proposte che, complici le nuove tecnologie, terranno banco in questa edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Con molta soddisfazione registriamo che tale sfida è stata da molti accettata e, il 4 settembre, si popoleranno molte “piazze” ebraiche, oltre che fisicamente (attraverso le visite guidate, i talk show, le conferenze, i concerti etc.) anche virtualmente, attraverso tour online, visite in internet, web cam e così via. Coniugare tradizione e innovazione è una costante dell’ebraismo: è questa una delle formule attraverso le quali esso è riuscito a mantenersi vivo nel corso dei secoli. Proporre di conoscerlo anche attraverso le nuove tecnologie, e in particolare attraverso il web, significa adeguare il messaggio al linguaggio dei loro utilizzatori per eccellenza: i giovani di oggi, una generazione che non può fare a meno di internet e dei social network. Del resto in una precedente edizione della Giornata, dedicata all’educazione ebraica, abbiamo imparato che “il ragazzo va educato secondo la strada che si sceglie” e il Talmud ci insegna che ci deve essere un rinnovamento, e che anche attraverso il rinnovamento si trasmettono le tradizioni. Nel Talmud, la massima fonte del sapere ebraico, oltre a – com’è ovvio – principi di religione, a elementi letterari, giuridici, esegetici, omiletici e filosofici oltre che scientifici, vi troviamo l’indicazione che la scienza (cosa può esserci di più innovativo e in continua evoluzione?) fornisce un grande supporto alla formulazione finale della Halakhà, la normativa ebraica. Intere categorie che servono per la definizione del rituale, debbono necessariamente utilizzare le classificazioni scientifiche (ad esempio per la kasheruth o per la distinzione tra le specie per le benedizioni…). Il Talmud è un testo molto vario e ampio: per questo è anche definito “il mare”, un mare talmente grande che – come dice nel Talmud stesso un Maestro dal nome un po’ buffo, Ben Bag Bag – tutto può essere trovato in esso. E così per internet, la massima espressione delle nuove tecnologie: tutto può essere trovato in esso. Nell’ebraismo le norme che stanno alla base dell’ebraismo sono state trasmesse da un luogo all’altro, da un’accademia talmudica all’altra e sono state così tramandate, permettendo all’ebraismo di mantenersi vivo. Nelle accademie, l’amore per la sapienza, per la conoscenza, per lo studio fatto in particolare attraverso le domande, è stato il vero collante e cemento dell’ebraismo. E internet, anzi il web 2.0, potrebbe essere il mezzo che potrà contribuire a smussare la distanza e l’incomprensione tra le culture. Ishayau da Trani (un Maestro del dodicesimo secolo che proveniva appunto da Trani, una splendida località del sud, teatro e capofila della Giornata 2009, una delle mete che consigliamo per una visita non solo virtuale) definisce le nuove generazioni, in tutti i tempi, come dei nani che sono sulle spalle di giganti. I giganti hanno a disposizione scienze e saperi che i nani non potrebbero conoscere se non salissero sulle loro spalle, potendo così vedere più lontano. E questo non grazie alla loro statura o alla acutezza della loro vista, ma solo perché sfruttano l’altezza dei giganti. Una metafora che, applicata alla nostra epoca, l’epoca di internet, ci può insegnare molto; internet mette a disposizione conoscenze incredibili: speriamo solo di scegliere sempre i giganti giusti sulle cui spalle poter salire. Ed allora non ci resta che invitare tutti voi a cogliere le opportunità che offrono attualmente i nuovi mezzi di comunicazione e utilizzarli per far conoscere e diffondere la cultura e il patrimonio ebraico, proprio partendo da questa edizione della Giornata della Cultura. Con una sola avvertenza: anche su internet, così come nella vita reale, bisogna porre particolare attenzione alle false notizie e ai falsi in generale. Il basso costo e la facilità di realizzazione di un qualunque sito corrispondono in modo direttamente proporzionale al numero di siti che si trovano oggi on line e in modo inversamente proporzionale alla loro qualità. Le fole che circolano in internet e la rapidità spaventosa con la quale si diffondono dovrebbero costituire un buon segnale di allarme per tutti i navigatori. Bisogna cogliere l’opportunità che offrono attualmente i nuovi mezzi di comunicazione e utilizzarli per far conoscere e diffondere la cultura e il patrimonio ebraico, proprio partendo da questa edizione della Giornata della Cultura: è questo il nostro augurio. Buona navigazione!
Sira Fatucci, coordinatrice Giornata Europea della Cultura Ebraica (Agosto 2011)
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